27 dicembre 2008

La vera storia di Santa Claus


C'era una volta un tizio corpulento e avanti negli anni che dirigeva una multinazionale specializzata nella produzione di beni per l'infanzia, dal nome di Santa Claus.
Il buon vecchio, chiuso nella sua sede storica al Polo Nord, non si era però reso conto che il mondo era cambiato e che l'economia di mercato richiedeva drastici mutamenti. Era anche indebitato fino al collo, ma ciò non lo impensieriva, poichè confidava nei contributi statali e nelle persone di buona volontà, che però iniziavano a scarseggiare...
Quando le banche gli chiusero inaspettatamente le aperture di credito - fino a quel momento illimitate grazie a certe sue entrature politiche - egli si trovò così di fronte alla prospettiva di una bancarotta. Che fare? Entrare in politica per correggere le leggi a suo favore e scamparla sarebbbe stata un'ottima soluzione, ma lui non era il tipo...
Così accettò la proposta di una cordata di finanzieri liberisti, che rilevarono l'azienda e la scorporarono in due società, una fallimentare - che fu affidata allo Stato - e una sana e efficiente, che si tennero per sè. Il buon vecchio ottenne una quota di minoranza e una poltroncina nel consiglio di amministrazione.
La nuova politica aziendale consisteva nel de-localizzare gli impianti, collocandoli nelle zone più povere del pianeta, gli gnomi e le renne, riluttanti a trasformarsi in pendolari, protestarono con vigore. Il problema fu risolto licenziandoli tutti e assumendo manodopera del posto, che costava anche meno.
Le nuove maestranze, oltre a essere sottopagate e a lavorare in condizioni inaccettabili, avevano anche il pregio di non protestare mai. Nemmeno quando, ridotte le spese per la sicurezza, si verificarono gravi incidenti. Fu una scelta questa che tuttavia si rivelò un ottimo fattore di sviluppo.
Il nuovo corso della Santa Claus Ltd diede presto i primi frutti. Ridotto all'osso il costo del lavoro, ottimizzata la produzione dei regali e affidata la consegna a piccoli vettori locali in franchising, in breve tempo l'azienda vide incrementare i propri ricavi e risanato il proprio bilancio.
Un'altra iniziativa lungimirante fu la quotazione in Borsa, con l'appoggio di note banche d'affari che diffusero rating improbabili ma appetibili. Il collocamento andò oltre le più rosee previsioni e ben presto le azioni della Santa Claus Ltd furono tra le più ambite degli speculatori.
Tuttavia il mercato non perdona. L'uso massiccio di subappalti incontrollabili e di materiali scadenti cominciò ben presto a creare una serie di problemi strutturali. Il cronico ritardo delle consegne fu il primo, cui seguì il rapido deteriorarsi della qualità del servizio che, affidato a precari mal pagati e poco motivati, si rivelò ben presto assai scadente. Iniziarono a fioccare le proteste, alle quali si aggiunsero infine costosissime cause penali per i danni arrecati dalla pessima qualità dei regali, spesso pericolosi e a volte addirittura tossici.
la fortuna della Santa Claus Ltd iniziò a declinare e culminò con il crollo delle azioni, dovuto allo scoppio di una bolla speculativa (la famosa bolla natalizia). A ciò si sommarono le pesanti perdite, originate da spericolate operazioni di leva finanziaria operate dall'azienda per colmare il dissesto.
Era la fine. L'azienda venne commissariata, lasciando sul terreno migliaia di lavoratori disoccupati e di investitori gabbati. Il buon vecchio, al quale nel frattempo era stata abilmente offerta la nomina a amministratore delegato, fu costretto a fuggire...
Di lui non se n'è saputo più nulla. C'è chi dice di averlo visto vagare disperato nei pressi di outlet in disarmo, altri affermano che è nascosto a casa della Befana, sua buona amica dei tempi del successo...

da Lupo Alberto dicembre 2008

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